Tropico Del Cancro by Henry Miller

Tropico Del Cancro by Henry Miller

autore:Henry Miller
La lingua: it
Format: mobi, epub
ISBN: 9788804487784
editore: Mondadori
pubblicato: 2000-03-14T23:00:00+00:00


Quando si lavora di notte bisogna stare attenti a una cosa, a non interrompere l’orario; se non vai a letto prima che comincino a strillare gli uccelli, è perfettamente inutile andare a letto. Quella mattina, non avendo di meglio da fare, andai a visitare il Jardin des Plantes. Meravigliosi pellicani di Chapultepec e pavoni col ventaglio spiegato che ti guardano con occhi stolti. All’improvviso cominciò a piovere.

Ritornando in autobus a Montparnasse notai la donnina francese dinanzi a me che sedeva rigida e diritta, come se fosse pronta per rassettarsi il piumaggio. Sedeva sull’orlo del sedile come se avesse paura di rompersi la coda sgargiante. Meraviglioso, pensai, se all’improvviso si scuotesse e dal derrière le spuntasse un enorme ventaglio aperto con lunghe piume di seta.

Al Café de l’Avenue, dove mi fermo a mangiar qualcosa, una donna con la pancia gonfia cerca di interessarmi alla sua condizione. Vorrebbe che andassi in una camera con lei a passarci un paio d ore. È la prima volta che una donna incinta mi fa una proposta; quasi avrei voglia di provare. Appena nato il bambino, e consegnato alle autorità, mi dice, riprenderà il suo mestiere. Fabbrica cappelli. Visto che il mio interesse vien meno, mi prende una mano e se la appoggia sull’addome. Sento qualcosa che freme, là dentro, e mi passa l’appetito.

Non ho mai conosciuto un posto come Parigi, per la varietà dei foraggiamenti sessuali. Appena una donna perde un dente davanti, oppure un occhio o una gamba, si lascia andare. In America morirebbe di fame, se non avesse al suo attivo altro che quella mutilazione. Ma qui è diverso. Un dente di meno, o il naso smangiato, o un prolasso uterino, insomma tutte quelle disgrazie che aggravano la naturale bruttezza di una donna, paiono considerarsi come una spezie aggiunta, come uno stimolante per gli appetiti stanchi del maschio.

Naturalmente parlo di quel mondo che è tipico delle grandi città, il mondo degli uomini e delle donne a cui la macchina ha spremuto l’ultima goccia di sugo - i martiri del progresso moderno. Su questa massa di ossa e di bottoni da colletto il pittore fatica a mettere la carne.

Solo più tardi, nel pomeriggio, quando mi ritrovo alla galleria d’arte in rue de Séze, attorniato dagli uomini e dalle donne di Matisse, solo allora mi sento di nuovo tratto nei giusti confini del mondo umano. Sulla soglia di quel gran salone, di cui ora si infiammano le pareti, sosto un attimo a riavermi dal colpo che si prova quando il naturale grigiore del mondo va a pezzi ed erompe il colore della vita, in canto e in poesia. Mi ritrovo in un mondo così naturale, così completo, che mi ci perdo. Ho la sensazione di essere immerso nel plesso medesimo della vita, a foco da qualsiasi punto, posizione, atteggiamento io guardi. Perduto, come quando un giorno affondai nel fitto di un bosco fiorito, e seduto nella sala da pranzo di quell’enorme mondo di Balbec, colsi per la prima volta il profondo significato di quelle calme interiori che manifestano la propria presenza per l’esorcismo della vista e del tatto.



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